Greenpeace mette a nudo le grandi multinazionali, redigendo un documento annuale in cui vengono rese pubbliche le pratiche adottate dalle grandi imprese e il loro impatto sull’ambiente. Ma non solo, la famosa organizzazione ecologista premia anche in caso contrario, cioè quando questi soggetti si “comportano bene”.
L’ONG ha finito di pubblicare un ranking nella quale enuncia nomi e cognomi delle compagnie tecnologiche più verdi (e meno verdi) e al primo posto di questa classifica è presente la Apple, per il terzo anno consecutivo. Il motivo? L’83% dell’energia utilizzata da questa multinazionale proviene da fonti rinnovabili.
Vengono fuori altri nomi illustri nella lista di Greenpeace come Facebook (67%), Google (56%) e HP (50%).
Il lato oscuro dell’informe dell’ONG ambientalista, cita famosi, e molto consumati, nomi di servizi online come: Amazon Web Services (AWS), Netflix e Spotify. Greenpeace denuncia AWS d’utilizzare unicamente il 17% d’energie rinnovabili. Energicamente parlando, la filiale del gigantesco e-commerce sfrutta un 30% di carbone e ben un 26% di energia nucleare.
Purtroppo esiste di peggio. Si beccano un bel cartellino rosso Samsung (11%), la compagnia americana di software Oracle (8%) e l’impresa sud-koreana di internet Naver (2%).