Nonostante la crescente preoccupazione per la violazione della privacy in internet, non solo dei cittadini europei ma anche delle autorità, l’intromissione delle compagnie nei dati personali non appare come una minaccia per i consumatori, se questi ricevono qualcosa in cambio.
Lo conferma un’inchiesta di Retail Weeky e Osborne Clarke in cui si dimostra che l’82% degli utenti afferma che non li disturba ricevere offerte personalizzate in base alle loro ricerche e alle abitudine d’acquisto.
D’altra parte sembra siano più riluttanti a offrire informazioni personali. Ad esempio: solo il 24% è disposto a fornirle per essere chiamato per nome dagli operatori di un negozio quando compra.
Mente il 26% assicura che le darebbe a patto di ricevere annunci mentre compra “online”, il 76% preferisce ottenere prezzi personalizzati ed il 36% le scambierebbe per una email pubblicitaria personalizzata.