Il 2016 è stato un anno chiave in molti sensi, anche nell’ambito di internet, un mondo che non smette di crescere e che, dalla sua nascita, ha aperto le porte alla democratizzazione dell’informazione e dell’educazione.
E’ per questo che le Nazioni Unite hanno dedicato alla rete delle reti, come diritto fondamentale, una risoluzione alla quale hanno aderito molte nazioni, come impegno alla libertà di accesso all’ambito web 2.0.
Tuttavia, altre nazioni, come Russia, Cina o Arabia Saudita, si sono dimostrate reticenti nel momento di appoggiare questa proposta, sono luoghi in cui la censura ed il controllo del web è una realtà.
Di fatto, è paradossale che, nel momento in cui internet è presente in quasi la metà della popolazione mondiale che può contare sull’acceso alla rete, ci siano troppi paesi che vogliono mettere dei paletti.
Questa mappa, elaborata da Xatoba, mostra la realtà digitale che si vive nel mondo. In rosso i luoghi in cui il controllo su internet è ferreo, in giallo quelli in cui esistono dei limiti all’accesso, e in verde quelli in cui l’accesso è completamente libero.
I cittadini si dimostrano completamente favorevoli alla proposta dell’ONU. 2 su 5 sostengono che internet dovrebbe essere considerato un diritto fondamentale, come viene sostenuto in un inchiesta della BBC World.
Anche alcuni territori come quello Europeo cominciano a legiferare per garantire e proteggere i diritti dei cittadini a navigare in internet.
Il fatto è che il mondo 2.0 è parte fondamentale delle infrastutture e dei mercati dei paesi e, come tale, senza garanzie non ha progresso.