Gli epicentri geografici dell’innovazione sono quasi sempre città. Come mai, oggi che le tecnologie di network ci permettono di essere più distribuiti, di fare un maggior numero di cose a distanza, le città stanno crescendo così rapidamente? Nel 1800 viveva in città il 3% della popolazione mondiale. Oggi ci vive il 54%, e appena cento città rappresentano il 30% dell’economia del pianeta.
Per certi versi le città sono sempre state il motore della crescita di una società, anche quando il 97% della popolazione viveva in aree rurali. Baghdad ha portato gli abbasidi alla grandezza. Roma ha fatto lo stesso per i romani, come Costantinopoli per i bizantini e poi per gli altri ottomani. I britannici hanno colonizzato e istituito una catena di città che teneva insieme il loro impero, come Città del Capo (colonia nel 1814), Singapore (1824) e Hong Kong (1842). Oggi queste città chiave fungono da punti di contatto tra i loro rispettivi paesi o regioni e il mondo, un po’ come facevano per l’Impero britannico.
XIV Secolo
Distribuzione della popolazione mondiale che vive nelle città, nel diciottesimo e ventunesimo secolo
XXI Secolo
Le città sono incubatrici di crescita perché producono esternalità, o effetti di ricaduta, di segno positivo. Consentono a idee, lavoro e capitale di fluire con rapidità ed efficienza. I talenti possono essere coordinati più efficacemente, e i mercati possono raggiungere una maggiore specializzazione.
Le città più importanti dal punto di vista economico sono le cosiddette città alfa, per esempio Shanghai, Londra, New York e Tokyo. Esportando servizi innovativi in tutto il mondo, rappresentano in se stesse microeconomie. Ho molte più probabilità di imbattermi in un americano che sia un innovatore globale di prima classe in una città alfa come Shanghai o Dubai che non di vederlo a St. Louis nel Missouri, o a Manchester in Inghilterra. Girano per le stesse venti città sparse per il mondo come compiendo una specie di circuito, che comprende San Francisco, Hong Kong, Singapore, Seul e Tel Aviv, per fare qualche altro nome. Ed è proprio quello che aspirano a essere le città impegnate globalmente: tappe di quel circuito.
Città Alfa
Le città beta e gamma, di secondo e terzo livello, collegano regioni più limitate. Berlino, Francoforte e Monaco di Baviera non sono in sé delle potenze economiche, ma contribuiscono a formare una rete regionale che guida il successo nazionale tedesco. Ciascuna di esse occupa una particolare nicchia di servizi, e insieme portano la Germania alla prosperità.
Un aspetto importante tra quelli che mantengono floride le città maggiori è l’infrastruttura, accompagnata dai programmi di analitica che permettono di utilizzarla nella maniera più efficiente. Che cosa fa di un individuo un cittadino soddisfatto? Cose come sapere esattamente a che ora arriverà il treno, potersi connettere online anziché fare la fila per accedere a un servizio amministrativo, poter fornire feedback in tempo reale che informa come e quando determinati servizi municipali vengono erogati. La capacità di far questo si sposta in direzione di città molto grandi e coinvolge sempre di più i Big Data: lo dice Stephen Goldsmith, professore e direttore dell’Innovations in American Government Program presso la Kennedy School of Government di Havard. Dirige il Data-Smart City Solutions, un progetto
“che si concentra sulle iniziative intraprese dal governo per usare e fondere tra loro nuove tecnologie, analisi di Big Data e input della comunità “.
Appena 100 città rappresentano il 30% dell’economia del pianeta
100 Città / Economia Globale
La crescita delle competenze tecnologiche delle città vuol dire in pratica che i centri globali che dispongono di grandi quantità di denaro e delle capacità di cui parla Goldsmith (come New York, Dubai, Londra, San Francisco, Tokyo e Seul) sono quelli che hanno le migliori probabilità di implementare le applicazioni di Big Data più gradite ai cittadini, e questo fa da richiamo per la classe della “economia di domani“.
Città che aspirano a diventare snodi globali, come Giacarta, San Paolo e Mumbai, hanno bisogno di investire contemporaneamente in infrastrutture fisiche e nelle applicazioni di Big Data che spesso accompagnano tali infrastrutture. Questi contribuisce a creare le condizioni giuste per richiamare investitori e imprenditori.
Le città che stanno avanzando nell’economia globale sono quelle più aperte al mondo esterno. Città che storicamente sono sempre state aperte al mondo sono accomunate da una cultura che accoglie gente da ogni angolo del pianeta e incoraggia quel libero flusso di idee e merci che le rende luoghi attraenti in cui vivere e lavorare.
Dubai negli Emirati Arabi Uniti e Doha nel Qatar hanno usato la ricchezza derivante dal petrolio per diventare snodi globali. Nel maggio del 2014 Doha ha aperto un aeroporto da 15 miliardi di dollari che ambisce a conquistare il titolo di aeroporto commerciale mondiale. L’aeroporto è uno dei luoghi dalla più alta tecnologia immaginabile. Con una capacità prevista di cinquanta milioni di passeggeri l’anno e con un traffico che si fa sempre più intenso tra Europa, India e Cina, Doha si è collocata come hub di individui globali e di flussi di capitale.
Ma è sicuro che sia tutto qui quello che occorre? Le infrastrutture sono sì importanti, ma che cos’è che spinge gran parte della crescita nelle città capofila del mondo? Il loro carattere comune risulta essere un atteggiamento di apertura, anche in quei paesi in cui la linea ufficiale del governo è molto più rigida. Le città che stanno avanzando nell’economia globale sono quelle più aperte al mondo esterno. Città che storicamente sono sempre state aperte al mondo sono accomunate da una cultura che accoglie gente da ogni angolo del pianeta e incoraggia quel libero flusso di idee e merci che le rende luoghi attraenti in cui vivere e lavorare. La combinazione tra infrastrutture di prima classe e un’alta densità di popolazione ci dà pieno accesso ad altre persone: è facile comunicare, riunirsi, scambiare. L’apertura economica fa la stessa cosa a livello commerciale, eliminando quelle frizioni che negli affari costano tempo e denaro. L’apertura politica è una modalità di efficienza di livello ancora più elevato, in quanto garantisce che chiunque in una società possa riunirsi, incontrarsi, lavorare e parlare senza l’ostacolo di indebite censure o discriminazioni. Da questi crescenti gradi di apertura possiamo farci un’idea di quello che sarà necessario per consolidare una presenza nelle attività del futuro, anche per quei paesi e quelle regioni in cui non esistono città alfa.