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I nuovi media digitali hanno accecato con luci al neon il marketing (e i suoi presupposti). Però, fino a che punto è giustificata quest’infatuazione dei pubblicitari per la onnipresente digitalizzazione?

Agli occhi di qualcuno, nella digitalizzazione non è tutto oro ciò che luccica. “Investiamo troppo denaro nei nuovi media” ha riconosciuto ieri Hans-Christian Schwingen, capo del brand ufficiale di Deutsche Telekom, nel corso della tavola rotonda tenutasi durante il congresso dei media Deutscher Medienkongress.

Schwingen è convinto che gli addetti al marketing (lui compreso) siano ubriachi di digitalizzazione. ”Molto spesso si investono la totalità delle risorse nelle reti sociali senza alcun ragionamento a supporto. Oggi come oggi predominano azioni selvaggiamente dementi” affermò. “E per questo motivo gli addetti al marketing sono costretti ad avvicinarsi, in maniera più critica ai media digitali e sforzarsi di comprendere ciò che funziona e ciò che non funziona in questo campo” sottolineò Schwingen.

“E’ chiaro che la pubblicità in formato video su Facebook è sopravalutata. Però, non per questo, andiamo a investire tutto sui media stampati” ha sottolineato: ai media digitali e anche a quelli analogici gli addetti marketing rinfacciano molte cose, la più pesante riguarda la trasparenza.“

Abbiamo bisogno di più trasparenza nelle informazioni che i media ci danno in mano” sottolineò Dagmar Nedbal, direttore Marketing per l’Europa centrale di Mastecard: “Pensare in “silos” nel momento in cui ci avviciniamo ai media non ha nessun significato” ha sottolineato da parte sua Jason Lusty, direttore generale marketing di Audi in Germania. “A noi interessa sopratutto come funzionano insieme ai diversi canali” ha aggiunto.

Per spremere bene i media, vecchi e nuovi, sono importanti, le campagne a 360°. Dello stesso parere è Nedbal che sostiene la cooperazione per trarre il massimo dall’attuale panorama mediatico. Non rimane altra scelta al marketing condannato, secondo Schwingen, a peggiorare e indebolirsi con il trascorrere degli anni.

Aldo Ciana

La noia uccide

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